Celti a Milano: una passeggiata per riscoprire Medhelan

Milano, la città che conosciamo oggi; Mediolanum, la città romana; e poi Medhelan, il villaggio dei celti.

Ma Medhelan era davvero un villaggio? E dove stava? Ma poi… che ci facevano i celti a Milano?
Questa passeggiata ci farà scoprire qualcosa del passato più remoto di una città che continua a guardare al futuro.

Qualche settimana fa ci siamo persз per le strade della Milano rinascimentale, osservando da vicino architetture e palazzi sopravvissuti alle “manie di grandezza” del XIX secolo e ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Questa volta viaggiamo ancora più indietro nel tempo, quando non aveva senso parlare di “avanti Cristo” o “dopo Cristo” perché Gesù non era nemmeno nato e a Roma si stavano ancora succedendo i famosi “sette re”: stiamo parlando del 600-590 a.C. circa, nello stesso secolo in cui la filosofia greca cominciava a muovere i suoi primissimi passi.

Stando allo storico romano Tito Livio, quello fu anche il periodo in cui venne fondata la città di Mediolanum. Secondo le sue parole in Ab Urbe condita (“Storia di Roma”), fu la popolazione celtica dei Biturigi (i cui centri più importanti erano le attuali città di Bourges e Bordeaux) ad insediarsi nel territorio e a fondare Milano. Certo, Tito Livio ci parla di questo fatto dopo secoli da quando è accaduto (nasce nel 59 a.C.) e, pur essendo uno storico, il suo racconto di seconda/terza/quarta mano ha un sapore fortemente mitologico, che mette sullo stesso piano fatti effettivamente accaduti e dettagli fantastici.

Bisogna inoltre tenere a mente che molto probabilmente la celtica Medhelan (nome che potrebbe significare “centro della pianura” o “in mezzo alla terra”) era inizialmente un centro religioso che fungeva da punto di riferimento per le tribù insubri della zona, al quale si aggiunse poi una funzione anche residenziale. Solo successivamente arrivarono i celti “galli” di Belloveso ad invadere la zona…

Certo, tra Cultura di Golasecca, Insubri, Galli e compagnia bella è facilissimo confondersi! Se l’argomento vi interessa, consiglio Milano nasce celtica di Tito Livraghi, che fa un po’ il punto della situazione di tutte le ipotesi sulla nascita di Milano, in base anche agli ultimi ritrovamenti archeologici.

Detto questo: cosa è rimasto della Milano celtica, da vedere? In realtà non molto… Per questo consiglio questa passeggiata a gente fissata tipo me che, anche se non ha nulla da vedere, si affida all’immaginazione e a un po’ di “gasatura” dovuta ad un sano interesse per la Storia con la “s” maiuscola!

In caso, prima di cominciare ad elencare le tappe consiglio due musei fondamentali: il Museo Archeologico in Corso Magenta (che, tra le altre cose, include anche l’ingresso in una vera torre romana… figata!) e la sezione archeologica dei Musei del Castello Sforzesco (che riprenderò un minimo nella tappa dedicata proprio al castello).

Iniziamo, ordunque, la nostra caccia a tema “celti a Milano”!

1. “Cieli di Belloveso”, di Matteo Rubbi

Piazza Alberto Burri (CityLife)

cieli di belloveso

Curiosamente, questa passeggiata “celtica-wannabe” comincia nel quartiere di Milano che più rappresenta il futuro: CityLife.
Arrivatз in Piazza Burri, all’interno del parco sotto i grattacieli, abbassate lo sguardo verso la pavimentazione: noterete delle stelle di diversa grandezza e colore (sono più di 100, se avete voglia di contarle!) che ad un certo punto circondano questa scritta:

Cielo stellato di Milano
nella primavera del 600 a.C.

In quei giorni
scrive Livio
Belloveso fondava la città

Ma chi era questo Belloveso? Vediamo cosa ci racconta lo stesso Livio…

“Le notizie che abbiamo circa la migrazione dei Galli in Italia sono queste. Durante il regno di Tarquinio Prisco a Roma, i Celti – che sono uno dei tre ceppi etnici della Gallia – si trovavano sotto il dominio dei Biturigi i quali fornivano un re al popolo celtico. In quel tempo il re in carica era Ambigato, uomo potentissimo per valore e ricchezza tanto personale quanto dell’intero paese, perché sotto il suo regno la Gallia raggiunse un tale livello di abbondanza agricola e di popolosità da sembrare che una tale massa di individui la si potesse governare a mala pena. E siccome Ambigato era ormai avanti negli anni e desiderava alleviare il proprio regno da quell’eccesso di presenze, annunciò che avrebbe inviato Belloveso e Segoveso, i due intraprendenti figli di sua sorella, a trovare quelle sedi che gli dei, per mezzo degli àuguri, avrebbero loro indicato come appropriate. […]

La sorte assegnò allora a Segoveso la regione della selva Ercinia, mentre a Belloveso gli dei concedevano un percorso ben più piacevole, e cioè la strada verso l’Italia. […]

Là si trovarono di fronte le Alpi: e non c’è affatto da stupirsi che apparissero invalicabili, visto che fino ad allora non c’erano valichi che permettessero l’attraversamento. […]

Poi, dopo aver sbaragliato in campo aperto gli Etruschi non lontano dal fiume Ticino, e saputo che il punto in cui si erano accampati si chiamava “territorio degli Insubri” […], fondarono in quel luogo una città che chiamarono Mediolanium”.

Quindi Belloveso fu un principe semi-mitico che, allontanatosi dalla Gallia con un gruppo di uomini, valicò le Alpi e si insidiò nel territorio dell’odierna Milano, fondando la città. Fu così, secondo Livio, che cominciò la storia dei Celti a Milano. A questo personaggio è dedicata anche una piazza in zona Niguarda (non si sa bene secondo quale criterio).

2. Castello Sforzesco

Piazza Castello
Orario dei cortili: tutti i giorni dalle 7.00 alle 19.30
Orari dei Musei del Castello: dalle 9.00 alle 19.30 (chiusi il lunedì)
Biglietto intero: 10 €

castello sforzesco

Per raggiungere la prossima tappa, vi consiglio due opzioni:

  • prendere il tram 19 da Piazza 6 Febbraio e scendere in via Monti 23, vicino alla stazione di Cadorna.
  • prendere la metropolitana M1 a Buonarroti (è a circa 15 minuti di cammino da Piazza Burri) e scendere a Cadorna.

Da qui potete raggiungere facilmente il Castello Sforzesco, che ahimè non ha nulla di celtico (a parte la sezione preistorica del suo museo archeologico, da non confondere con il già citato Museo Archeologico di Corso Magenta).
L’ho inserito tra le tappe perché (oltre al fatto che è sempre bello passeggiare all’interno delle sue corti e nel vicino Parco Sempione) alcuni storici ipotizzano che proprio qui le popolazioni celtiche avrebbero fondato il primo insediamento della futura Mediolanum. La scelta sarebbe caduta proprio in questa zona perché rappresenta il punto più alto della città, 124,4 metri sul livello del mare: un’altitudine abbastanza trascurabile, in realtà, ma sufficiente per i celti o proto-celti di allora per sceglierla rispetto a qualsiasi altro punto della zona.

Purtroppo questa ipotesi non si potrà mai verificare: infatti la zona del castello è stata “sconvolta” da troppe opere edili, nel corso del tempo, per poter ritrovare delle prove “tangibili”.

3. Piazza Mercanti

piazza mercanti

Raggiungete Largo Cairoli, poi proseguite lungo via Dante e infine imboccate via dei Mercanti. Alla vostra destra avvisterete un palazzo caratterizzato da un portico: è il Palazzo della Ragione, in epoca medievale broletto di Milano (ne parlerò un po’ di più in un blog dedicato alla Milano medievale), che chiude piazza Mercanti da un lato. Entrate pure all’interno della piazza, se vi ispira (io la adoro, anche se ogni tanto ha un aspetto sporco), ma sappiate che la nostra passeggiata celtica ci porta al lato esterno del Palazzo della Ragione.

Camminate lungo l’edificio e prestate bene attenzione allo spazio tra gli archi, in alto: ad un certo punto dovreste avvistare un bassorilievo che sembra rappresentare un cinghiale…

In realtà non si tratta di un cinghiale, ma di una “scrofa semilanuta“.
E che roba è?!

Secondo altre fonti diverse da Tito Livio, Belloveso richiese il consulto di un oracolo, il quale gli svelò che una scrofa ricoperta di lana gli avrebbe rivelato il luogo ideale per fondare un nuovo insediamento. Così fu e, per questo, la scrofa fu un simbolo importante di Milano prima del Medioevo, quando lo stemma dei Visconti “vinse” su tutti gli altri.
C’è da dire anche che tra “Mediolanum” e “medio-lanea” c’è una curiosa assonanza…

Leggende e supposizioni a parte, non si conosce l’origine di questo bassorilievo: pare infatti che venne ritrovato casualmente nel 1233, quando cominciò la costruzione del Palazzo della Ragione. Qualsiasi sia stata la funzione di questǝ cinghiale/scrofa, è comunque bello poter avere un riferimento (magari anche mal interpretato, chissà!) al periodo dei primi celti a Milano!

4. Piazza San Sepolcro

piazza san sepolcro

Uscendo da Piazza Mercanti verso via Orefici e poi camminando lungo via Cantù, raggiungerete la Biblioteca Ambrosiana. Sorpassandola vi troverete in Piazza S. Sepolcro, al di sotto della quale si “nascondono” (tra virgolette perché in realtà sono visitabili) i resti dell’antico Foro di Mediolanum. Proprio qui infatti si trovava il primo insediamento degli Antichi Romani, prima che Mediolanum diventasse una città importante per l’impero. Il villaggio dei romani però non andò a sostituire il villaggio celtico, che invece era in un’altra parte della città…

5. Piazza Duomo

basilica di santa tecla

Ritornate verso piazza Mercanti e, raggiunta via Orefici, girate verso destra per camminare fino a raggiungere piazza Duomo, il luogo più iconico in assoluto! Ma, per quanto famosissimo, c’era un tempo in cui del Duomo non c’era nemmeno la prima pietra. Addirittura, secoli fa nell’odierna piazza vennero erette due chiese: la Cattedrale di Santa Maria Maggiore, che occupava l’area del Duomo, e la Basilica di Santa Tecla, che invece le stava di fronte (quello che ne rimane è “sotto vetro” e lo si può osservare scendendo in metropolitana).

La Basilica venne costruita quando Mediolanum era capitale dell’Impero Romano d’Occidente, nel 350 d.C., ma in epoca ancora precedente il suo posto era destinato ad un tempio pagano dedicato a Minerva. Probabilmente proprio qui, ancora prima del tempio di Minerva, si trovava un luogo sacro dedicato invece alla dea celtica Belisama.

Belisama, Minerva e poi la Vergine Maria… Pare che questa città sia sempre stata protetta da una donna “leggendaria”, fin dall’epoca dei primi celti a Milano.

6. Palazzo Reale

Piazza Duomo n. 12

palazzo reale

Tenendo il Duomo davanti a voi, camminate sul lato destro della piazza fino a quando non vi imbatterete in Palazzo Reale, oggi sede di numerose mostre temporanee che richiamano un gran numero di persone. Pare che proprio qui, dopo la fondazione del santuario celtico, i celti a Milano cominciarono a costruire le prime abitazioni vere e proprie, diventando quindi un villaggio a tutti gli effetti.

7. Piazza della Scala

piazza della scala

Finalmente ci siamo! Attraversando piazza Duomo e la Galleria Vittorio Emanuele, sbucherete in Piazza della Scala, dove le attrazioni principali sono il monumento a Leonardo da Vinci, Palazzo Marino e, naturalmente, il Teatro alla Scala. Ovviamente un pittore rinascimentale, la sede del Comune e un teatro d’opera non hanno nulla a che fare con i celti a Milano, ma entriamo subito nel discorso!

Alcuni storici, studiandosi per bene le piante di Milano, hanno notato che prima della costruzione della Galleria la zona di Piazza della Scala formava una curiosa ellisse. In seguito notarono che gli assi di questa ellisse corrispondevano a dei punti astronomici importanti per la religione dei celti e che, in momenti precisi dell’anno, indicavano le più importanti festività di questi popoli: Samhain (il “capodanno celtico”), Beltane e Imbolc. C’è da dire che non tutte le popolazioni celtiche festeggiavano queste ricorrenze, ma questi storici hanno pensato che non poteva essere una coincidenza e che quindi il primissimo santuario celtico di Medhelan dovesse trovarsi proprio qui, a pochi passi dal Duomo.

Chissà se in futuro le origini di Medhelan ci saranno più chiare…

Celti a Milano… e non solo!
Non perdetevi altre passeggiate tematiche e un potpourri fatto di contenuti su copywriting, digital marketing, fumetti e passati remoti iscrivendoti alla mia newsletter! (non morde, giuro)

Leggi anche:


Questo blog fa uso di schwa (ǝ – з)
© Icona immagine di copertina: Celtic polytheism by Dabid J. Pascual from the Noun Project

Leave a Reply