“Charles” di Tota: quando Baudelaire è uno di noi

“Charles Baudelaire è vivo. Sta bene. Ed è a Bari”.
Credo che questa sia una delle sinossi più belle che abbia mai letto.

Concisa. Ironica. Non dà troppe spiegazioni, ma ha comunque tutte le parole necessarie per incuriosire. E tanto, specialmente se a leggerla è una ragazza che alle superiori ha avuto una super fissa per Baudelaire, tanto da dedicarci buona parte della sua tesina.
In effetti Baudelaire continua ad attirare i giovani adulti di ogni generazione, e un motivo ci sarà…

Già la primissima mini-storia che apre Charles ha tutti gli elementi che troveremo proseguendo la lettura, spingendoci senza preavviso in una situazione paradossale che ogni volta scatena una risata incontrollata in chi legge (almeno, io rido senza ritegno pure alla centesima rilettura): vediamo uno strano trio composto da Baudelaire (anzi, da Charles) e da due ragazzi di Bari, seduti su una panchina al parchetto, che chiacchierano di Gautier e di come si dovrebbe fumare l’hashish.

Charles ci viene presentato come un personaggio che salta spesso tra un umore e l’altro, dallo scontroso-vittimista al super entusiasta. È il Charles Baudelaire che potremmo immaginarci dopo aver letto I fiori del male, Lo spleen di Parigi e certe biografie romanzate del cosiddetto “poeta maledetto”, stereotipato e portato un po’ all’eccesso, quasi una caricatura affezionata.

Potremmo pensare che Baudelaire non abbia nulla in comune con dei ragazzi baresi della fine del XX secolo, eppure il nostro Charles è perfettamente integrato nel gruppo.

Fin da quando viene “scoperto” per caso in una Feltrinelli, Charles viene accettato fin da subito come una sorta di star capricciosa e, cosa che trovo parecchio divertente, nessuno, ma proprio nessuno, si chiede cosa ci faccia il pre-decadente Charles Baudelaire alle soglie degli anni Duemila… a Bari, per di più. Certo, le situazioni comiche non mancano (anche se è chi legge a riconoscerle come comiche, non i personaggi all’interno del fumetto), ma Charles trova facilmente un posto nella compagnia. Si modernizza pure un po’: sostituisce i suoi abiti ottocenteschi con un look molto punk, con tanto di anfibi e spille personalizzate.

Per i ragazzi del parchetto, Charles è per alcuni un poeta vate, per altri un semplice compagno di canne e bevute, per altri ancora è un nonnetto ridicolo, un artista eccentrico, o addirittura l’asso nella manica per l’immortalità.

Tuttavia, nonostante questa insolita integrazione, intuiamo fin dalle prime pagine che qualcosa deve essere andato storto, durante quell’estate con Charles Baudelaire. O forse, semplicemente, Charles era fin dall’inizio lo spettro di un’estate, una presenza di transizione con cui trascorrere qualche mese e poi continuare a vivere, forse a crescere, cercando di trovare il proprio posto in una società alla quale invece ci si vorrebbe ribellare.

Sì, possiamo considerare Charles come una sorta di spirito che viaggia di generazione in generazione: lui è lo spleen, il disagio, il rifiuto dell’oppressione, una ribellione giovanile che non riesce a sfogarsi ma che finisce con l’opprimere se stessa. Per questo Charles Baudelaire è immortale e viene riconosciuto subito dai ragazzi e dalle ragazze come uno di loro.

Charles si rivela un poeta e un uomo vulnerabile, che ammette di non poter fare a meno delle proprie contraddizioni: la sua personalità, il suo spirito, esprimono le stesse angosce dei giovani contemporanei, che ritrovano nei suoi scritti qualcosa che appartiene anche a loro.

Come ho scritto in un’altra recensione di qualche tempo fa

E, in tutta questa pappardella, non ho nemmeno accennato al fatto che, oltre alla sinossi e al titolo dell’opera, anche il formato è a dir poco perfetto. In libreria Charles si presenta come un carinissimo libriccino con colori desaturizzati, del tipo che ti aspetti di trovare in un mercatino dell’usato. Un formato modesto per una piccola grande perla del fumetto contemporaneo (almeno secondo me), con tanto di pagine ingiallite: manca solo l’odore tipico dei vecchi libri, ma quello verrà col tempo.
Ah, nel commentone delirante mi è sfuggito questo dettaglio: Charles è pubblicato da Coconino Press!)

Charles di Alessandro Tota è disponibile su Bookdealer.

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