Consigli di Lettura Random #1

Questa è una raccolta dei consigli di lettura che inizialmente pubblico su Instagram e che poi raccolgo in blog da 10 consigli per ciascuno. I titoli consigliati sono volutamente eterogenei e spaziano tra manuali di digital marketing, saggi sulle disuguaglianze, fanzine, manga e chi può ne ha più ne metta.

Perché limitarsi, quando si tratta di letture?

In questo primo “episodio” dei Consigli di Lettura, troviamo un potpourri di femminismo, consapevolezza sul nostro presente, manga e un pizzico di storia celtica!


Piccola nota:
Nel blog non ho inserito le copertine dei titoli che andrò a consigliare, per una scelta sia “stilistica” che di sostenibilità. Presentandomi soprattutto come copywriter, mi piace che il blog si basi soprattutto sulle parole e che sia piuttosto minimalista per quanto riguarda le foto. D’altro canto, le immagini richiedono maggior energia per essere elaborate e per questo ho deciso di usarle con parsimonia.
Ogni titolo consigliato ha comunque un link che rimanda alla sua scheda su Bookdealer, l’e-commerce italiano delle librerie indipendenti, dove c’è tutto quello che dovete sapere su quel libro… copertina compresa.


La Guida Indispensabile al Cambiamento Climatico, di David Nelles e Christian Serrer

Tra i consigli più mainstream da dare ad un aspirante scrittore, c’è questo: “leggi molto”.
Questo vale anche per i copywriter.
Viviamo in un’epoca “interessante”, per usare un eufemismo, e di argomenti su cui è necessario tenersi informati sono parecchi: femminismo, razzismo, diseguaglianze, capitalismo… La lista si allunga anche solo per avere una piccola base di ognuna di queste tematiche.
Non ho citato il cambiamento climatico, ma solo perché è l’argomento di questo libro: La guida indispensabile al cambiamento climatico di David Nelles e Christian Serrer, due studenti universitari tedeschi che, partendo dal selfpublishing, hanno raccolto in un libro pieno di infografiche su tutto quello che dobbiamo sapere per essere decentemente informati sulla crisi climatica.
Lo ammetto, non ho trovato sempre chiarissime le infografiche e a volte le informazioni sono davvero scarne, ma almeno una piccola base c’è.

La Guida Indispensabile al Cambiamento Climatico su Bookdealer

Arte, di Kei Ohkubo

In questi giorni sto leggendo un libro piuttosto impegnativo sulle conseguenze che hanno internet e le nuove tecnologie sulla società di oggi… Ma, dato che tra qualche giorno partirò per le vacanze, ho deciso di consigliare una delle letture più rilassanti che sto continuando a seguire da qualche anno: Arte, manga in 13 volumi (almeno per ora) di Kei Ohkubo.
Ambientato durante la fase più matura del Rinascimento italiano, questa serie racconta di una ragazza di nome Arte, di famiglia nobile, che sogna di diventare un’artista professionista (forse i suoi genitori avrebbero dovuto pensarci due volte, prima di darle un nome del genere).
Abbandonata la famiglia e presa in giro da tutte le botteghe artigiane di Firenze, Arte riesce a diventare l’apprendista del Maestro Leo, un pittore un po’ scorbutico che non aveva mai preso con sé alcun apprendista, almeno fino a quel momento.
Attraverso gli occhi di Arte vediamo tante città dell’epoca, non solo Firenze ma anche Venezia e, da come sta procedendo il manga, anche la Spagna (non so ancora che città nello specifico). È sì un manga storico, ma decisamente più spensierato di come sarebbe potuto essere, nonché “alleggerito” da tante questioni che avrebbero potuto affliggere una donna lavoratrice di quel periodo storico.
Del resto Arte non ha nemmeno la pretesa di essere un manga super storicamente accurato. So solo che, quando arriva in fumetteria un numero nuovo, lo voglio leggere subito perché so che passerò un’oretta piacevole con una bella lettura!

Arte su panini.it

Il suo nome era Gilbert, di Keiko Takemiya

Sentii per la prima volta parlare di Keiko Takemiya ascoltando uno dei migliori podcast italiani mai creati: @a.hole.new.world, incentrato sul genere yaoi (o boys’ love).
Takemiya fa parte del Gruppo 24, formato da mangaka che rivoluzionarono il fumetto per ragazze dell’epoca (si parla degli anni Settanta), pubblicando le prime storie di ragazzi che si amavano (in modo super tragico, ovviamente).
Ad oggi non ho ancora letto nemmeno un manga di Keiko Takemiya (ho letto solo qualcosa di Moto Hagio), ma alla sua autobiografia non ho potuto resistere: la storia di questo gruppo di fumettiste che decide di attaccare il patriarcato a colpi di tragici amori omosessuali mi intrigava troppo!
Ho adorato il modo in cui Takemiya racconta il mondo dei manga degli anni Settanta, la sua industria, i suoi talenti, i suoi sacrifici… A cominciare dalle inquietanti pensioni-lattina, stanze dove i mangaka si rinchiudevano quando erano troppo in ritardo con le scadenze, evitando di uscire fino a che non avessero terminato il lavoro. Ma ho amato anche quando l’autrice narra del supporto che le mangaka si davano tra loro, facendosi da assistente l’una per l’altra, preparando il pranzo per le colleghe troppo indaffarate, tifando per le storie che le altre volevano veder pubblicate… Qualcosa che ho trovato potente e adorabile insieme.
Ma il mio “personaggio” preferito è Norie Masuyama, amica di Takemiya che vedeva anche lei la necessità di dare alle lettrici storie diverse e davvero appassionanti. Masuyama non lavorava nell’industria del fumetto, ma la sua passione per i manga è stata una spinta fondamentale.
Già solo a parlarne vorrei rileggerlo or ora! Grazie @jpopmanga per aver portato questa autobiografia in Italia 💙
Ora devo solo cercare di recuperare Il Poema del Vento e degli Alberi senza ridurmi a mangiare cipolle e patate per una settimana 😅

Il suo nome era Gilbert su Bookdealer

Mix di letture estive…

… che si può leggere qui.

Non ho parole, di Anna Dalla Via, Anna Saccani e Anna Silvestri

Non ho parole è un’autoproduzione che mi ha fatto conoscere Valeria di @lapipettenoir, un progetto che con un linguaggio grafico e d’impatto parla di due altri linguaggi: quello di genere e quello inclusivo (no, non si parla solo di schwa).
Le autrici sono le tre Anna di Officina 3am: Anna Dalla Via, Anna Saccani e Anna Silvestri. Sul sito officina3am.com trovate delle pagine in anteprima che vanno un’idea del progetto: una fanzine che mette in evidenza la natura discriminatoria del nostro linguaggio, senza mezzi termini o sbavature.
Ne avevo già parlato di recente perché io e Valeria abbiamo intervistato le “tre Anna” per “Contesto”, la rivista di editoria indipendente di @centrostudiedf!

Non ho parole su officina3am.com

Milano nasce celtica, di Tito Livraghi

Il passato remotissimo di Milano mi interessa molto, in particolare mi affascina il suo passato celtico. Se ne sa pochissimo, ahimè, e su internet non di rado si trovano informazioni che magari di base concordano, ma hanno qualche dettaglio contrastante.
Per avere più chiarezza e fare il punto della situazione dopo qualche ricerchina online, mi sono decisa a comprare Milano nasce celtica di Tito Livraghi, pubblicato dalla milanesissima @meravigli.edizioni.milano. Mi è stato davvero da guida per la passeggiata celtica che mi sono “auto-organizzata” qualche tempo fa, in giro per Milano, a caccia delle poche testimonianze (in)visibili dell’antica Medhelan!

Milano nasce celtica su Bookdealer

Femminili singolari, di Vera Gheno

“Ministra” è già giusto, la grammatica italiana lo prevede già: è “solo” la nostra cultura a considerarlo sbagliato. Se la pensate diversamente, ma non siete di quelle persone che reagiscono male solamente perché si sta conversando educatamente di argomenti che vi fanno storcere il naso, vi consiglio la lettura di Femminili singolari della linguista Vera Gheno: un must per coloro che leggono sui social le dispute sul linguaggio inclusivo e vorrebbero farsi un’idea più chiara!
Lo ǝ è una cosa, adottare le regole già previste dalla grammatica italiana è un’altra.

Femminili singolari su Bookdealer

Underground. Ascesa e declino di un’altra editoria, di Francesco Ciaponi

Al giorno d’oggi ci si può documentare davvero su qualsiasi cosa… Tuttavia lavorare per Mecenate Povero mi ha insegnato questo: del fumetto autoprodotto e, in generale, dell’editoria indipendente, non si hanno così tante fonti di testi scritti.
La mia prima “Bibbia” sulla stampa indipendente e sulle prime riviste autoprodotte in Italia (ma non solo) è stato il libro Underground: ascesa e declino di un’altra editoria di Francesco Ciaponi, edito da Edizioni del Frisco. Ahimè, il libro al momento pare sold out… Ma chissà, un giorno potrebbe ritornare! (e poi ci sono altri libri mica male, sempre di Edizioni del Frisco… Fenomenologia dell’editoria indipendente mi ispira tantissimo!)

Underground su Bookdealer

L’Atlante delle Donne, di Joni Seager

Un libro immenso, la Bibbia dei dati e delle infografiche sulla situazione delle donne di tutto il mondo, evidenziando passi avanti, diseguaglianze e aspetti da migliorare: in L’Atlante delle Donne di Joni Seager c’è davvero tutto, lavoro, salute, educazione, disuguaglianze, maternità, sessualità, contraccezione, aborto, alfabetizzazione, ricchezza, povertà, potere, diritti, femminismo…
Impossibile, una volta letto, dire che “il femminismo non serve a nulla”, che “la parità l’avete già raggiunta da un pezzo”, e bla bla bla.
Sarà interessante leggere un’edizione aggiornata post-pandemia. Tristemente interessante.

L’Atlante delle Donne su Bookdealer

Il capitalismo spiegato a mia nipote, di Jean Ziegler

Ho letto Il capitalismo spiegato a mia nipote per puro caso: l’ho beccato in biblioteca e il fatto che fosse un libriccino sottile mi ha spinto a tentare di leggerlo.
Il suo autore è Jean Ziegler, politico e sociologo svizzero che da anni scrive numerosi saggi per denunciare povertà, abusi e sfruttamenti nel mondo. Ad esempio, sempre suo è il saggio La fame nel mondo spiegata a mio figlio.
L’idea del saggio è quella di simulare un dialogo spontaneo tra un nonno consapevole e una nipote curiosa (anche se mi riesce difficile immaginare una ragazzina fare domande del genere, non tanto per l’argomento ma soprattutto per il modo il cui sono poste: un po’ troppo “adulto”), trovando così il pretesto per spiegare quali sono le radici del capitalismo e i suoi sviluppi fino al giorno d’oggi, identificandolo come un sistema che (pensa un po’) si basa sulla disuguaglianza e sullo sfruttamento di persone e risorse.
Nulla di nuovo, ma può essere un tassello di partenza per chi vuole cominciare ad informarsi sull’argomento.

Il capitalismo spiegato a mia nipote su Bookdealer

I consigli non si fermano mai!
Iscriviti alla newsletter per riceverne altri una volta al mese:

Leggi anche:


Questo blog fa uso di schwa (ǝ – з)
© Icona immagine di copertina: Book by Ladalle CS from the Noun Project

Leave a Reply