I fumetti possono raccontare davvero qualsiasi cosa… anche il mondo del lavoro, tra alti e bassi.
Aspetta, ho detto “alti”?
Non sto qui a cercare di convincervi del fatto che i fumetti meritano di essere letti come qualsiasi altro libro: diamolo come un fatto assodato. Nel corso degli ultimi decenni, infatti, i fumetti hanno allargato le proprie tematiche e praticamente esiste almeno un fumetto per qualsiasi argomento… anche il mondo del lavoro. In questo blog ho raccolto giusto qualche titolo per continuare a lamentarci riflettere sulla nostra situazione lavorativa.
Piccola nota:
Nel blog non ho inserito le copertine dei titoli che andrò a consigliare, per una scelta sia “stilistica” che di sostenibilità. Presentandomi soprattutto come copywriter, mi piace che il blog si basi soprattutto sulle parole e che sia piuttosto minimalista per quanto riguarda le foto. D’altro canto, le immagini richiedono maggior energia per essere elaborate e per questo ho deciso di usarle con parsimonia.
Ogni titolo consigliato ha comunque un link che rimanda alla sua scheda su Bookdealer, l’e-commerce italiano delle librerie indipendenti, dove c’è tutto quello che dovete sapere su quel libro… copertina compresa.
Come la gente normale, di Lin Hartley (Edizioni BD)
Come la gente normale di Hartley Lin è un fumetto pubblicato in Italia da Edizioni BD in cui la protagonista, Frances, si pone delle domande sul suo lavoro e sul suo futuro. L’aspetto che maggiormente ho apprezzato sono stati i disegni: hanno quello stile che mi cattura subito, soprattutto per la sintesi e per la facile leggibilità, nonostante le vignette siano comunque pienotte. Insomma, hanno quella via di mezzo che non è troppo realistica e nemmeno troppo minimal.
La storia meh, mi è piaciuta la riflessione che si porta dietro il fumetto (una critica al mondo del lavoro contemporaneo, dove le parole magiche sono “stress” e “precarietà”: tempo libero e vita privata non pervenuta) ma non tanto la (non) conclusione.
Come la gente normale su Bookdealer
Nero Vita, di Daria Bogdanska (Mesogea)
Un fumetto autobiografico che racconta l’esperienza di Daria, ragazza polacca che si trasferisce in Svezia per studiare fumetto e, intanto, guadagnarsi da vivere. Daria si scontra con il mondo del lavoro da non cittadina svedese, vivendo situazioni di lavoro nero, sfruttamento, povertà e zero diritti… Ma, pensa un po’, i sindacati esistono ancora!
Drinking at the movies, di Julia Wertz (Eris)
A leggere Drinking at the movies ci sarebbe un po’ da piangere, eppure si ride un sacco!
È questo il talento di Julia Wertz, fumettista statunitense che racconta il suo anno a New York tra cambi di case, lavori malpagati e tanto, ma tanto alcool (con battute su cacca e puzzette che fanno ridere i bambini… e me).
Recuperato un po’ tardi su prezioso consiglio di Parla con Kitsune, Drinking at the movies è una delle mie letture prefe del 2021!
Drinking at the movies su Bookdealer
Gli Sprecati, di Michelangelo Setola (Canicola)
Un mondo sporco, sbavato e malsano, che sa di futuro post-apocalittico. Un mondo in cui gli ultimi baluardi di (in)civiltà sono gigantesche industrie dove gli abitanti-lavoratori a malapena sopravvivono, alienati da un lavoro che non finisce mai… È questa l’ambientazione di Gli Sprecati, un albo gigantesco di Michelangelo Setola pubblicato da Canicola. Immergervi in queste pagine vi farà stare male… e desiderare che non sia davvero questo, il futuro dell’umanità.
La solitudine del fumettista errante, di Adrian Tomine (Rizzoli Lizard)
La solitudine del fumettista errante, di Adrian Tomine, è uno dei fumetti più belli che abbia letto quest’anno (anche se in Italia è stato pubblicato nel 2020, da Rizzoli Lizard). In questo volume, l’autore racconta il suo percorso di fumettista professionista, da quando da bambino sognava di disegnare i supereroi fino ad un non proprio roseo presente: presentazioni a cui non partecipa nessuno, lettori invadenti, un lavoro che ti inchioda alla scrivania mentre la vita va avanti e diventi prima marito, poi genitore… E la domanda è: realizzare il sogno di bambino, fare il fumettista, ne è valsa la pena? La risposta è agrodolce, una riflessione continua davanti al tavolo da disegno o a un pubblico che avrebbe preferito trovarsi davanti Alan Moore.
La solitudine del fumettista errante su Bookdealer
Dead End Jobs for Ghosts, di Aminder Dhaliwal (ShortBox)
Non posso fare a meno di consigliare questo fumetto pubblicato dall’etichetta indipendente inglese ShortBox, che propone sempre storie brevi davvero fighe… con artistз pazzeschз!
Dead End Jobs for Ghosts mette nero su bianco le nostre inquietudini sul sistema capitalista e sul mondo del lavoro, mettendoci però in mezzo i fantasmi… spinti anch’essi a essere sfruttati da una grande compagnia! Insomma, manco da morti ci possiamo salvare…
Dead End Job for Ghosts su ShortBox
Questi consigli di fumetti sono solo l’inizio…
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