Joulupukki: il tetro caprone del Natale finlandese

Tutti i Social Media Manager e i Copywriter odiano il Natale (almeno credo): settimane prima di dicembre si ritrovano a pensare alla programmazione natalizia e devono fingere una gioia che non hanno, sorridendo con lo stesso sorriso finto di una Barbie Regina delle Feste. Solo la scoperta di tradizioni insolite come quella del Joulupukki possono salvarci dal “mal di Natale”…

Pensavo che almeno per il mio blog avrei evitato il classico articolo natalizio… E invece no: per qualche misteriosa forza della natura, mi ritrovo a scrivere un blog sul Natale. Questo perché, rivedendo la schedulazione fino a dicembre, mi sono ricordata di una curiosa tradizione del Nord Europa, in particolare della Finlandia, che ha a che fare con una… capra natalizia.

Finita questa premessa, cerco di tirar fuori tutto il mio spirito natalizio. Che non è granché, in realtà, ma trovo curiose le tradizioni natalizie degli altri Paesi, soprattutto di quelli non mediterranei.

Ogni Paese, infatti, ha le proprie tradizioni natalizie. Questo perché in passato, prima dell’arrivo dei Cristiani, ogni popolo aveva il suo modo di festeggiare l’arrivo dell’inverno, tra riti propiziatori, feste, sacrifici, canti e superstizioni varie. Il riflesso di queste credenze è giunto fino a noi, nonostante la figura ormai consolidata di un Babbo Natale vestito di rosso, con la barba e una grassa risata.

La Finlandia è una terra che facilmente associamo al Natale. La Lapponia, la regione più settentrionale del Paese, è dove svetta la montagna di Korvatunturi (ma che nome carino non è 💜), dove si nasconde il villaggio di Babbo Natale.
In Finlandia Babbo Natale si chiama “Joulupukki“, parola che letteralmente significa “capra di Yule“.

Grazie alla versione inglese di Harry Potter e il Calice di Fuoco (dove il Ballo del Ceppo si chiama Yule Ball), imparai tempo addietro che Yule è la versione pagana del Natale cristiano, una tradizione germanica che festeggiava il Solstizio d’Inverno con hard party e sacrifici rituali.
Non si sa con esattezza invece da dove venga la capra, ma probabilmente è una “discendente” dei due caproni che, secondo la mitologia norrena, trainavano il carro di Thor, dio del fulmine e della tempesta. I caproni avevano anche dei nomi niente male: Tanngnjóstr (= “che digrigna i denti) e Tanngrisnir (= “che arrota i denti”).

Si racconta che, alla fine della giornata, Thor uccidesse i suoi fedeli caproni e se ne cibasse, per poi resuscitarli grazie ai poteri del suo martello Mjolnir (altrimenti chi avrebbe tirato il suo carro?). Emerge quindi il carattere “sacrificale” della capra: probabilmente era proprio questo animale ad essere sacrificato in occasione di Yule, anche se da qualche parte ho letto che invece era il maiale. Forse l’animale prescelto cambiava da regione a regione, da regno a regno, chissà.

Fatto sta che, con il trascorrere del tempo, nacque in Nord Europa la figura di una capra antropomorfa, per niente simile al personaggio allegro e bonario di Babbo Natale, che terrorizzava i bambini cattivi e regalava piccoli doni a quelli che, invece, si erano comportati bene. Questi uomini-capra venivano chiamati nuuttipukki (nome che fa tanto creatura coccolosa stile Orsetti del Cuore, ma non potrebbe essere più diversa), in origine vere e proprie creature malefiche che, durante Yule, bussavano di porta in porta pretendendo gli avanzi della festa, ma durante il 1800 si “ammorbidirono” e diventarono degli esseri benevoli (almeno con coloro che si erano comportati bene durante l’anno).

Con l’arrivo del Babbo Natale classico, con vestito rosso e OH OH OH, i caproni spaventosi lentamente scomparvero: oggi l’animale sopravvive come simbolo di Yule/Natale come decorazione, di solito in vimini. Solo in alcune aree della Finlandia qualcuno decide di vestirsi da nuuttipukki (con un risultato più inquietante dei mostri di The Village) nel giorno dedicato a San Knut (Nuutinpäivä in lingua locale): il 13 gennaio, che potremmo considerare una sorta di Epifania pagana.

Di sicuro non sono una persona particolarmente natalizia ma, da quando ho iniziato a leggere tradizioni come quella del Joulupukki, improvvisamente il Natale è diventato molto più interessante!

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(E mi raccomando, non infastidite il Joulupukki…)


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